Piero Manai

Piero Manai comincia la sua attività alla fine degli anni sessanta, giovanissimo, quando vive un primo periodo di figurazione iperrealista e pop, durante il quale spesso rappresenta gli oggetti del mestiere di pittore: barattoli di colore, matite, carboncini, sperimentando tecniche differenti.

Gli evidenti riferimenti sono alcune grandi figure della storia dell’arte quali Cezanne, Bacon, Schiele, Ensor.

Negli anni ottanta le tematiche su cui Manai si sofferma cambiano completamente: il linguaggio del corpo, l’eros e la morte, la relazione dell’individuo e il suo alter ego.

Manai ha esposto in diverse gallerie e musei in Italia e all’estero tra cui PS1 di New York (1982). Ha partecipato alle mostre “Nuova Immagine” presso la Triennale di Milano (r98o), “Linee della ricerca artistica italiana 1960-80” al Palazzo delle Esposizioni a Roma (1981), “Italian Art 1960-80” alla Hayward Gallery di Londra (1982), alla “Biennale des Jeunes” di Parigi (1982) ed esposto al Kunstverein di Hannover (1985) e di Francoforte (1986).

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