Vanni Viviani
Vanni Viviani nasce nel 1937 in provincia di Mantova, a San Giacomo delle Segnate.
A Bolzano inizia l’attività artistica, improntata inizialmente sulla figurazione pittorica e scultorea e, negli anni ‘70 si trasferisce a Milano, capitale dell’arte europea, dove avverte il bisogno di passare dalla collettività delle spighe all’individualità della “Mela”, simbolo allusivo ed erotico, frutto delle religioni, delle favole, della scienza e degli eroi, che evoca importanti momenti del passato – dal Pomo d’oro di Paride alla religiosità di Piero della Francesca – per finire col surrealismo magrittiano, con la mela simbolo di vita, di sensualità, luogo delle idee.
La critica lo segue con crescente interesse nella sua parabola creativa; Mario De Micheli dice di lui: “Viviani, prodigioso giardiniere di un incorrotto pomario”; Renzo Margonari, “Viviani, non dipinge mele ma nudi umani”.
E’ nel 1988 che Viviani lascia il vecchio quartiere bohémien di Brera a Milano per ritornare al paese e alle proprie origini virgiliane: inventa Villa Ca di Pom, addensa di significati la sua opera, concretizza il suo universo alla conquista della sua più intima identità.
Ed è proprio il “pom” – la mela – il soggetto delle opere della collezione della Fondazione BAM: 38 quadri di importanti dimensioni, una vetrata e una maiolica policroma, tutte custodite nel caveau.
Da non dimenticare, nel 2002, l’ultima grande esposizione antologica “Pom Aria”, alle Fruttiere di Palazzo Te a Mantova, che sintetizza la sua vita artistica, dalle spighe alle mele, per concludersi con grandi sculture in lamina di ferro svuotate, che evidenziano nella negatività della rappresentazione “l’Anima” dei suoi personaggi da Adamo a Dafne e agli Angeli Totemici.