29 Luglio - 5 Settembre 1965 1965

Premio Nazionale "Carlo Della Penna"

1965

VII EDIZIONE

Mostra col­let­ti­va di cinquan­ta­tre pit­tori, d’ora in poi tut­ti invi­tati. Fuori con­cor­so, opere di Michele Cascella.

Giuria: Vir­gilio Guzzi (Pres­i­dente), Rober­to Bon­tem­po, Gae­tano La Palom­bara, Gae­tano Muro­lo, Gio­van­ni Peluz­zo, Giuseppe Pietro­co­la, Ugo Talamazzi.

Prin­ci­pali vincitori:

  • Pri­mo pre­mio (£ 500.000)  ad Ennio Pozzi (Fagiano con lep­re).
  • Sec­on­do pre­mio (£ 300.000) a Neno Mori (Stru­men­ti musi­cali).
  • Ter­zo pre­mio (£ 200.000) a Luciano Guarnieri (Model­la che si pet­ti­na).

Questo Pre­mio di Pit­tura che da sette sta­gioni raduna a Vas­to opere sig­ni­fica­tive e non, di pit­tori ital­iani, gio­vani e maturi di espe­rien­ze e di anni, volu­to e sor­ret­to dal­la esem­plare munifì­cen­za di Car­lo Del­la Pen­na, nonché dal­l’amore di alcu­ni pochi pati­ti del­l’arte e delle glo­rie cit­ta­dine, si allinea con gli altri che in questo dopoguer­ra han­no fìori­to e fìoriscono un poco ovunque nel­la Peniso­la, a tes­ti­mo­ni­an­za di una fede incor­rot­ta nei val­ori del­la cultura.

Vas­to, a chi appe­na vi met­ta piede, sco­pre la sua anti­ca bellezza. 

Noi non vedem­mo mai, sul far del giorno, mare più metafìsi­co, più immo­to e incan­ta­to, all’or­lo del­la sin­u­osa riva. Uno stu­pore che già ci fece pen­sare alle trasfìgu­razioni dell’ arte, a quel­la perenne opera di pen­e­trazione del­la realtà e di fan­tas­ti­ca lib­er­azione che è del­l’arte. Così, nel rapi­do giro per queste vie, potem­mo ren­der­ci con­to di quel che può chia­mar­si una tradizione di civiltà. 

Ciò che rimane pure impo­nente del­l’an­ti­co castel­lo: res­i­den­za di quel­la Vit­to­ria Colon­na che seppe attiz­zare in Michelan­ge­lo il già splen­dente e saliente fuo­co del­la poe­sia, gli altri mon­u­men­ti e doc­u­men­ti del­l’età roman­i­ca e baroc­ca; l’aper­tu­ra e lin­dura delle vedute e delle con­trade, infine le opere recen­ti, dal­l’asi­lo infan­tile agli opi­fi­ci al por­to lag­giù anco­ra in costruzione: tut­to qui par­la di nobile sto­ria, di felice accor­do tra le gra­zie cede­voli del­la Natu­ra e la sto­ria degli uomini. 

E chi poi si richi­a­mi alla memo­ria i fasti di quel­l’arte che si chia­ma pit­tura vedrà ch’es­si por­tano nomi illus­tri, non anco­ra rosi dal tem­po, ma niti­di, vivi. Pri­mo fra tut­ti quel­lo di Fil­ip­po Palizzi.

Ma è l’Ottocento. 

Il casalin­go, il rus­ti­co, il bucol­i­co e idil­li­co Ottocento. 

Noi lo vene­r­i­amo, come per l’ap­pun­to si ven­era l’im­mag­ine del padre; e per questo vogliamo essere diver­si pur sen­za tradirne la memo­ria e cioè oper­an­ti, attivi pro­prio nel mez­zo dei fat­ti e dei prob­le­mi del­l’og­gi: i quali sono del pas­sato il pros­egui­men­to e la negazione. 

Del mae­stro si sa che l’al­lie­vo geniale è quel gio­vane che non ripete le sue for­mule, ma da quelle trae spun­to per nuove esplo­razioni e invenzioni. 

In questo sen­so avre­mo da inten­dere l’ap­pel­lo al “fig­u­ra­ti­vo” che il Pre­mio di Vas­to ci ripete. Esso non può in alcun modo diventare sinon­i­mo di richi­amo a un pas­sato che, sep­pure illus­tre, è irrevocabile.

Del resto, il gus­to artis­ti­co d’ oggi non è tut­to riv­olto all’astrazione. 

Ciò fu sostenu­to negli scor­si anni per comod­ità di polemica. 

Ormai molte cose, fra le tante ingar­bugli­ate ed oscure, si sono venute chiaren­do; sic­chè pos­si­amo guardare all’avvenire con rin­no­va­ta fiducia. 

Nes­suno più s’az­zar­da oggi ad affer­mare che la “fig­u­razione” è un’ espe­rien­za d’al­tri tem­pi; ch’es­sa è sta­ta tra­vol­ta dal­l’or­goglio d’un sogget­to, pen­sante che non vede al di fuori di sè, tut­to pre­so sem­mai dalle espe­rien­ze del­la scien­za e dal gus­to del­la ricer­ca nel cam­po del­la Tec­ni­ca; al pun­to da non avere più occhi ne memo­ria, ne prob­le­mi morali in qualche modo anche min­i­ma­mente col­le­gati con le espe­rien­ze di una sto­ria che molto somiglia alla stes­sa Natura.

Il Pre­mio di pit­tura Car­lo Del­la Pen­na, così inte­so, esor­ta alla moder­nità, al di là d’ ogni remo­ra provinciale. 

A quel­la moder­nità che risol­ven­do in equi­lib­rio le pre­sen­ti antin­o­mie, ed ammet­ten­do sul­lo stes­so piano i con­trari, allargherà agli uomi­ni la visione del mon­do ed instau­r­erà un più vero ed umano Umanesimo. 

Artisti (e gio­vani) che anelano a questo ci sono. 

Bisogn­erà d’ ora in avan­ti con più illu­mi­na­ta con­sapev­olez­za ricer­car­li, sol­lecitar­li, con­for­t­ar­li e premiarli.

Primo premio
Fagiano con lepre
Secondo premio
Strumenti musicali
Terzo premio
Modella che si pettina
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