Viene inaugurata la formula del “Premio in due tempi”: il primo anno giovani critici concorrono proponendo saggi inediti sull’arte contemporanea, mentre nel successivo il vincitore allestisce una rassegna ispirata ai contenuti ritenuti meritevoli. La giuria, presieduta per tutto il periodo delle Biennali da Mario De Micheli, premia per primo Guido Montana, autore del contributo critico Il significante visivo.