estate 1988 1987–1988

BIENNALE DI ARTE E CRITICA D'ARTE. MEMORIE D'AVANGUARDIA

1987–1988

XXII EDIZIONE

Sag­gio ined­i­to e rasseg­na col­let­ti­va Mem­o­rie di avan­guardia (sull’arte ital­iana degli anni ’60 e ’70), a cura di Clau­dio Cerritelli.

L’idea di avan­guardia ha affas­ci­na­to i miei stu­di fin dalle fre­quen­tazioni uni­ver­si­tarie a Bologna diven­tan­do ben presto il nucleo di rif­les­sione per il prog­et­to di una tesi che ne pren­desse in esame le con­trad­dizioni più che le definizioni o clas­si­fi­cazioni. Dal 1977 questo inter­esse ha accom­pa­g­na­to costan­te­mente sia il lavoro sulle fonti storiche sia quel­lo sul­l’at­tual­ità delle arti, incro­cian­do diver­si aspet­ti e pre­oc­cu­pazioni, prob­le­mi teori­ci e ver­i­fiche icono­gra­fiche.
Si è sem­pre trat­ta­to di com­pren­dere la dif­fi­coltà di stu­di­are d’a­van­guardia come prob­le­ma teori­co e con­tes­tuale alle altre forme artis­tiche, dunque come un’idea cos­ti­tu­ti­va del­la nozione di arte con­tem­po­ranea. Ecco allo­ra che mi pare di pot­er affi­dare a questo fan­tas­ma di libro il com­pi­to di rac­cogliere le prime trac­ce di un lavoro anco­ra tut­to da fare, selezionare, fil­trare, le cui idee sono per lo più idee di altri stu­diosi, come è nat­u­rale che sia, ripen­sate e aggius­tate ver­so una prospet­ti­va di ver­i­fi­ca com­p­lessi­va del­la nozione di avan­guardia.
Trovano quin­di spazio in ques­ta rac­col­ta un testo di accom­pa­g­na­men­to ad una mostra sull’ arte d’a­van­guardia degli anni ses­san­ta e set­tan­ta, quin­di il sag­gio a cui si è volu­to benevol­mente asseg­nare il XXII Pre­mio Vas­to di Arte e crit­i­ca d’arte, e altre ricerche di natu­ra diver­sa che tut­tavia rispon­dono ad una costante inter­rogazione intorno alle forme di avan­guardia con­tem­po­ranea. Questi stu­di sono legati alla dis­cus­sione sul­la figu­ra del­l’artista oppure ai temi icono­grafi­ci o anco­ra a fig­ure di sin­goli artisti che oscil­lano tra razion­al­ità ed emozione, tra utopia e dis­in­can­to.
Ho pen­sato anche di ripro­porre alcune inter­viste con­tenute nel­la mia tesi di lau­rea per­ché riten­go un seg­no sig­ni­fica­ti­vo sia del­la mia for­mazione crit­i­ca sia del­l’in­tel­li­gen­za sti­molante dei loro autori.
Mi è caro dedi­care questo lavoro a Nico­la e a Sem.