24 Luglio - 30 Ottobre 2011

Vitalità dell'arte

2011

LXIV EDIZIONE

a cura di Sandro Parmiggiani

Le opere dei ven­ticinque artisti scelti dal cura­tore per la XLIV edi­zione del Pre­mio Vas­to, che ha luo­go dal 24 luglio al 30 otto­bre 2011 nelle Scud­erie di Palaz­zo Arag­o­na, inten­dono tes­ti­mo­ni­are il fer­vore del­la ricer­ca e dell’attività con­dotte, nel nos­tro Paese, da artisti gio­vani che con pas­sione e tena­cia han­no da anni lega­to il pro­prio des­ti­no per­son­ale a un per­cor­so di rig­ore e di seri­età, e da artisti più anziani che, dopo avere conosci­u­to riconosci­men­ti e apprez­za­men­ti, han­no subito nel tem­po, den­tro l’imperversare delle mode, un parziale oscu­ra­men­to o un’insufficiente atten­zione, il che non li ha tut­tavia indot­ti a rin­negare il nucleo orig­i­nario del­la loro poet­i­ca, ma a scav­are con anco­ra mag­giore rig­ore e inten­sità nelle sue ragioni fondanti. 

Dunque, “vital­ità dell’arte” inte­sa come vital­ità di opere che pur non essendo con­tin­u­a­mente sot­to le luci del­la rib­al­ta medi­at­i­ca e del mer­ca­to più stor­dente tes­ti­mo­ni­ano la qual­ità dif­fusa dell’arte ital­iana, stori­ca­mente sot­to­va­l­u­ta­ta a liv­el­lo inter­nazionale e tut­to­ra non suf­fi­cien­te­mente conosci­u­ta e apprez­za­ta per la sua ric­chez­za di espressioni.

Tra gli artisti selezionati tro­vi­amo gio­vani autori come Rober­to Casir­aghi, Andrea Chiesi, Pier­gior­gio Colom­bara, Faus­to De Nis­co, Ful­vio Leonci­ni, Gio­van­ni Lom­bar­di­ni, Lore­to Mar­ti­na, Simone Pel­le­gri­ni, Gio­van­ni Sesia, Simone Tur­ra, accan­to a nomi noti agli osser­va­tori più atten­ti delle vicende dell’arte ital­iana, quali Gabriel­la Bene­di­ni, Mino Ceretti, Bruno Cher­si­cla, Gig­i­no Fal­coni, Can­di­da Fer­rari, Anto­nio Freiles, Elisa Montes­sori, Giu­lia Napoleone, Graziano Pom­pili, Tino Repet­to, Aldo Spol­di, Lui­gi Toc­ca­cieli, Wal­ter Valen­ti­ni, Wal, William Xer­ra, autori (pit­tori e scul­tori) che non han­no rin­un­ci­a­to a mis­urar­si con il cor­po dell’opera, nonos­tante ven­ti e maree contrari. 

Pen­si­amo alle rasseg­ne onni­com­pren­sive in cui la soglia del­la qual­ità è tal­mente bas­sa da venire da trop­pi agevol­mente super­a­ta, pen­si­amo, anco­ra, alle sem­pli­fi­cazioni sulle inesora­bili ten­den­ze evo­lu­tive dell’arte che con­sid­er­a­no la tradizione un inci­ampo da super­are, alle sto­rie dell’arte incen­trate su grup­pi e man­i­festi, inca­paci di mis­urar­si con la ric­chez­za di tan­ti per­cor­si soli­tari, ai val­ori sanci­ti da un mer­ca­to spes­so dom­i­na­to da logiche di brand, che s’avvalgono del nuo­vo ruo­lo assun­to dai musei e che cer­cano di attribuire un “val­ore aggiun­to” all’opera espo­nen­dola in luoghi di pres­ti­gio uni­ver­salmente riconosciuti.

Il tito­lo del­la rasseg­na, “Vital­ità dell’arte”, è par­ti­co­lar­mente impeg­na­ti­vo, ripren­den­do quel­lo uti­liz­za­to, nel 1959, per pre­sentare una mostra mem­o­ra­bile al Palaz­zo Gras­si di Venezia, e poi allo Stedelijk Muse­um di Ams­ter­dam, cura­ta da Pao­lo Marinot­ti, nel­la quale furono pre­sen­tati alcu­ni degli artisti che, nel cor­so degli anni Cinquan­ta, ave­vano inno­va­to l’arte internazionale. 

Oggi quel ter­mine viene ripro­pos­to, in occa­sione di ques­ta edi­zione del Pre­mio Vas­to, per tes­ti­mo­ni­are la “vital­ità” di opere che, sen­za ricor­rere agli arti­fi­ci del mar­ket­ing o alle enfasi del­la comu­ni­cazione gri­da­ta e manipo­la­ta, chiedono solo uno sguar­do atten­to e partecipe, per­son­ale, per comu­ni­care il tra­man­do del­la memo­ria e il mis­tero del­la poe­sia che in esse s’annidano.

«
»