30 Luglio - 31 Ottobre 2021

Punto zero. Identità sospese

2021

LIV EDIZIONE

Il mon­do dell’arte – mes­so in ginoc­chio dal­la pan­demia — si è fat­to sentire. 

Tut­ti sap­pi­amo che quan­do la con­dizione umana vive peri­o­di estre­mi, la cre­ativ­ità artis­ti­ca si fa por­tav­oce di una reazione cul­tur­ale che sap­pia rac­con­tare lo stra­or­di­nario peri­o­do stori­co di riferimento.

Siamo reduci (o almeno lo spe­ri­amo) da un lun­go peri­o­do inizia­to con il lock­down del 2020, causato da un’epidemia mon­di­ale: sof­feren­za, pau­ra, dolore e restrizioni delle lib­ertà han­no mes­so inevitabil­mente da parte il set­tore artis­ti­co, soprat­tut­to per quan­to con­cerne la fruibil­ità da parte del pubblico. 

Ciò che mag­gior­mente è venu­to meno sono state, prob­a­bil­mente, la comu­ni­cazione e la pos­si­bil­ità di muover­si lib­era­mente: mis­ure nec­es­sarie ma alta­mente limitanti.

Ci è man­ca­ta e ci man­ca anco­ra l’arte, l’opportunità di ammi­rar­la e di cer­car­la: musei chiusi, cin­e­ma e teatri impos­si­bil­i­tati all’apertura, mostre e spet­ta­coli riman­dati a data da des­ti­nar­si o svolti con acces­si min­i­mi e contingentati.

Par­tendo da queste con­sid­er­azioni, il prog­et­to espos­i­ti­vo Pun­to zero. Iden­tità sospese vuole inda­gare la rap­p­re­sen­tazione artis­ti­ca a par­tire dal pri­mo lock­down, un pun­to di non ritorno in cui tut­ti noi siamo sta­ti costret­ti a trovare una com­fort zone, un nucleo di nec­es­saria sta­bil­ità che ci per­me­ttesse di affrontare il com­p­lesso momen­to lega­to alla pandemia.

Il 54° Pre­mio Vas­to non vuole riper­cor­rere i fat­ti, gli accadi­men­ti di quest’epoca, non aven­do velleità di cronaca.

Piut­tosto, si pre­figge l’obiettivo di inda­gare la parte più inti­ma degli artisti, ovvero vuole essere tes­ti­mo­ni­an­za, a dis­tan­za di un anno e più, di quel proces­so cre­ati­vo libero, di un momen­to uni­co e irripetibile in cui cias­cuno si è ritrova­to a vivere la pro­pria arte sen­za alcun vin­co­lo ester­no. In questi mesi sono nati così, medi­ante i lin­guag­gi dell’arte con­tem­po­ranea, lavori ric­chi di con­sapev­olez­za umana, sociale ed emotiva.

Ogni espos­i­tore selezion­a­to per la cinquan­taquat­tres­i­ma edi­zione del Pre­mio Vas­to si carat­ter­iz­za per la pro­pria voce visi­va; autori diver­si, prove­ni­en­ti da con­testi etero­genei, si con­frontano e dialogano nelle sug­ges­tive sale del Palaz­zo d’Avalos, medi­ante lavori di forte e tan­gi­bile inten­sità che, uni­ta­mente, cos­ti­tu­is­cono una com­po­sizione sug­ges­ti­va e di forte influs­so emozionale. 

Questi i nomi degli artisti parte­ci­pan­ti:
Beat­rice Ali­ci, Mari­na Bolmi­ni, Eri­ca Calar­do, Antonel­la Cinel­li, Ari­an­na De Nico­la, Francesco Di Tillo, Nazario Graziano, Fran­co Losvizze­ro, Alessan­dra Maio, Cristi­na Mangi­ni, Simona Materi, Andrea Ravo Mat­toni, Vin­cen­zo Mero­la, Cosi­mo Paiano, Petri­Pasel­li, Alfon­so Rec­cia, Fab­rizio Spuc­ch­es, Mari­arosaria Stigliano, Ivana Volpe, Andreas Zam­pel­la, Karin Zrin­jski.

Sono coin­volti, dunque, undi­ci artiste e dieci artisti che uti­liz­zano i diver­si stru­men­ti espres­sivi del­la con­tem­po­raneità, dal­la fotografia alla pit­tura, dall’installazione, alla scul­tura, fino al video e alle opere dig­i­tali. I lin­guag­gi dell’arte con­tem­po­ranea pos­sono rap­p­re­sentare infat­ti un impor­tante stru­men­to di appro­fondi­men­to e di comu­ni­cazione delle ques­tioni che inter­es­sano l’anno stra­or­di­nario appe­na trascor­so ed i suoi svilup­pi attuali.

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