Nuove prospettive italiane
a cura di Lorenzo Canova
L’Italia è il paese dove l’arte ha sempre vissuto una straordinaria fioritura e dove le espressioni figurative sono costantemente riuscite a rinnovarsi, sviluppando un ininterrotto “discorso sull’immagine” che ha recentemente mostrato la sua capacità di attingere fecondamente non solo al linguaggio dei media e alle nuove tecnologie, ma anche al ricchissimo repertorio dell’arte del passato, una sorta di “codice genetico” vissuto non più come un peso imbarazzante ma come un’immensa fonte di stimoli e di suggestioni da elaborare con vocaboli nuovi.
In questo contesto molti degli artisti più innovativi hanno decretato non solo la vitalità di tecniche come la fotografìa, il video o il digitale, ma anche la forza e la spinta creativa di forme espressive come la pittura e la scultura, spesso ritenuto solo “tradizionali” ma che costituiscono invece linguaggi inestinguibili, forze capaci di trovare continuamente nuove e variate declinazioni.
Il XXXVI Premio Vasto- Nel corpo dell’immagine compie un viaggio attraverso la giovane arte italiana, presentando alcuni suoi protagonisti provenienti da molte regioni del Nord, del Centro e del Sud del nostro Paese, con una selezione che comprende anche alcuni giovani ed affermati artisti abruzzesi, già noti anche a livello internazionale.
La mostra intende attraversare le molte prospettive di un’arte italiana non più legata soltanto al passato della grande tradizione, o basato esclusivamente sulla sua totale negazione, ma proiettata verso il futuro grazie ad una sintesi del tutto unica e contemporanea tra gli stimoli provenienti dai media (dal cinema, dal fumetto, dalla pubblicità, dalla moda) e la grande eredità classica, rinascimentale e barocca.
Sono esposte opere pittoriche dedicate alla tematica del corpo, della fisicità e dell’identità, al dramma ed alla bellezza di una nuova centralità, “classica” e futuribile della figura umana, con lavori realizzati da pittori come Angelo Bellobono, Stefania Fabrizi, Federico Guida, Federico Lombardo, Daniela Papadia, Fabrizio Passarella, da scultori come David Fagioli e Paolo Schmidlin, da fotografi come Daniela Monaci e Piero Pompili.
Altre opere sono dedicate al nuovo rapporto tra l’uomo e la natura, al confronto tra l’umanità e le mutazioni operate dalle biotecnologie, dalla clonazione, dalle manipolazioni genetiche che portano ad una sorta di “ibridazione” genetica dei corpi e delle immagini.
Tra questi lavori sono presenti i quadri di Alberto Di Fabio, Fulvio di Piazza, Adriano Nardi, Davide Nido, Dany Vescovi, le sculture di Carlo de Meo, Michelangelo Galliani, Luca Matti, Silvano Tessarollo, i lavori fotografici e digitali di Matteo Basilè e di Francesco Carone.
Un’altra sezione della mostra, invece, è dedicata al rapporto tra scultura e ambiente, con opere che prendono possesso dello spazio come vere e proprie installazioni realizzate da Ivan Barlafante, Antonio Riello, Sergio Sarra.
Infine al paesaggio urbano e alla vita nella città, all’architettura e alle storie metropolitane, rilette e interpretate in chiave contemporanea, sono dedicati i quadri di Fabrice de Nola e di Marco Verrelli, le “microsculture” di Adalberto Abbate, le opere digitali di Giacomo Costa.